Oggi Primo Maggio Festa del Lavoro. E dei robot?

La crescente robotizzazione rischia di far perdere posti di lavoro e aumenterà le disuguaglianze sociali

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
01 Maggio 2024 10:21
Oggi Primo Maggio Festa del Lavoro. E dei robot?

Oggi è il Primo Maggio che viene indicato come festa del lavoro o anche festa dei lavoratori. Oggi è così, e domani? Siamo nell’era dei robot che pensano a tutto, a tutti i lavori, cosa succederà? La robotica fa del suo meglio per separare persona e lavoro, e per fare del lavoratore il residuo di un tempo che indietreggia nel passato. In futuro potrebbe nascere una società oberata di lavoro manuale, ma senza lavoratori sostituiti dai robot. Ci si domanda che cosa vorrà significare domani la virtù di laboriosità, cantata e esaltata instancabilmente per millenni nei saggi morali, libri sacri, sapienza popolare, e segno distintivo di una vita umana riuscita.

Racconti e letteratura sono colmi di aforismi e citazioni in cui la vita felice sta in un lavoro che piace, a volte si è costretti anche ad accettare. Numerose sono le sedi in cui ci si interroga sul futuro del lavoro umano: 35 anni fa potevamo ancora fare a meno del computer, oggi no; discorso analogo vale per l’iphone che 25 anni fa iniziò la sua corsa sino a diventare ora per tantissimi del tutto indispensabile. Al momento i robot non sono ancora una presenza ingombrante nella nostra vita, tanti però sostengono che tra 15-20 anni lo diventeranno.

Spesso si osserva che non accadrà così per l’attività intellettuale, ma intanto taluni (per ora pochi) scienziati inviano loro robot a convegni affinché espongano il loro punto di vista in assenza dell’autore. Una volta di più il lavoro umano è in questione, ridiventando un nucleo focale delle società attuali e della condizione umana attuale sotto due aspetti: il lavoro come elemento centrale della espressione, maturazione e qualificazione dell’essere umano; e il lavoro come mezzo di sostentamento e di partecipazione alla vita sociale: ma come garantire un lavoro per tutti quando la diminuzione dei posti di lavoro è molto veloce? La robotizzazione del lavoro incide pesantemente su questo punto vitale.

Ci si chiede: i robot saranno una minaccia o un’opportunità? Ruberanno i posti di lavoro per cui vi sarà una concorrenza tra uomo e robot, non solo un ausilio del secondo al primo? Ci domandiamo che ne sarà di milioni di lavoratori che saranno espulsi dall’attività lavorativa a mezz’età e di quelli giovani che non troveranno un lavoro. Tra le massime sfide del presente e del futuro prossimo, oltre a quelle ben note della guerra, della crescita delle disuguaglianze globali, dell’aggressione all’ambiente, due se ne sono aggiunte da poco e concernono appunto il futuro del lavoro e l’intromissione sempre più profonda e pericolosa delle tecnologie nella vita biologica di ogni essere. Oltre ad una drastica riduzione del bisogno di manodopera, si manifesteranno crescenti differenze tra lavoratori altamente specializzati e lavoratori poco qualificati.

Forse non ce ne rendiamo conto, ma il lavoro e l’uomo sono nuovamente al centro della questione sociale, che è ben lungi dall’essersi conclusa. Il soggetto lavorante è persona e non un momento strumentale del processo produttivo: in ciò consiste il valore personalistico del lavoro. Che cosa diventerà il diritto al lavoro nelle società ad alta robotizzazione? Diritto al lavoro non è diritto ad un reddito di sussistenza sociale garantito, ad una vita dipendente economicamente da un assegno.

Il diritto al lavoro è primo e più centrale del diritto nel lavoro. Per affrontare questi temi non ci si può affidare al pregiudizio del progresso e alla mal fondata persuasione che la tecnica ha sempre ragione. Ma, purtroppo, l’imperativo tecnico è diventato quello più ascoltato e a cui ci si sottomette senza battere ciglio. Viva il 1° Maggio!!!

Salvatore Giacalone

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